"La Ranocchi cresce e non cediamo quote"
Il gruppo NTS-Ranocchi, con un parco clienti di 11.000 aziende e 6.500 professionisti, 212 dipendenti e 23 milioni di fatturato nel corso del 2019, è a una svolta. Perché l'azienda, che ha il cuore a Pesaro e due basi operative a Senigallia e Rimini, sta traghettando il suo futuro dopo la morte per coronavirus del suo fondatore Giovanni Ranocchi. Una specie di pioniere del settore perché era tra i fondatori del gruppo TeamSystem e poi ha ricominciato tutto di nuovo, costituendo, a partire dal 2002, il gruppo Ranocchi.
«Noi stiamo proseguendo il suo mandato e la sua opera e soprattutto andiamo avanti con il suo disegno e il suo progetto di sviluppo. [...] Quest'anno pensiamo di poter chiudere con una crescita del fatturato intorno al 5%, nonostante tutti i problemi che si sono avuti in questi mesi», dice Stefano Carloni, 48 anni, anima commerciale dell'azienda e da pochi giorni anche amministratore delegato della NTS Informatica di Rimini, che sviluppa software per le aziende. Stefano Carloni è stato per anni il braccio destro del fondatore e ha anche sposato la figlia, Giovanna Ranocchi, che ricopre il ruolo di presidente della Ranocchi Software. Tutto questo in un mercato ancora tutt'altro che saturo, dove l'evoluzione è ancora rapidissima, la rapidità d'azione e la capacità di cogliere le opportunità sono fattori chiave della crescita e del successo.
Il gruppo Ranocchi quindi non lascia ma, se possibile, raddoppia: «non è nostra intenzione cedere quote della società perché non è nei nostri progetti [...]. Il nostro progetto, che è lo stesso iniziato da Giovanni Ranocchi, è di cercare di portare le società del gruppo tutte sotto un'unica bandiera, quella Ranocchi».
Leggi l'articolo completo dal Resto del Carlino del 23 giugno 2020