"Non vendo la creatura di mio padre"
Arrivano con il jet privato. Fanno scalo a Rimini. Prendono una macchina con autista e arrivano fino a qualche centinaio di metri dal palasport. Salgono le scale che portano alla sede della Ranocchi Software e mettono un pacco di soldi – molte decine di milioni – sul tavolo del presidente della società e cioè Arianna Ranocchi. L’ultima “visita” è di qualche giorno fa. La risposta, sempre la stessa: “non vendo”. Perché Arianna Ranocchi è un po’ il… ventriloquo del padre, Giovanni, il fondatore di Teamsystem “che si pentì subito di quella cessione tanto che andò a Londra, nella sede del fondo Palamon per riacquistare le quote che aveva ceduto qualche mese prima”, dice la figlia. Che mette subito un paletto sulle chiacchiere relative alla vendita della società. Perché la Ranocchi Software è una gallina dalle uova d'oro.
“Io non vendo e non ho nessuna intenzione di vendere e porto avanti i progetti di mio padre Giovanni”, dice. E aggiunge, sibillina: “Vorrei riaverlo al mio fianco per un confronto, un aiuto e, diciamocelo senza mezzi termini, per delegargli il ridimensionamento-gestione di alcune persone”. Non scende nei particolari Arianna Ranocchi quando fa partire questi squilli di guerra. MA evidentemente qualche problema c’è.
Il perché di questi pellegrinaggi, soldi in mano, alla Torraccia, sta nei numeri. La società fondata da Giovanni Ranocchi ha chiuso il 2023 con un fatturato che sfiora i 38 milioni di euro, con una crescita del 14% rispetto al 2022. Dalla morte del fondatore – stroncato dal Covid – nel 2019 la società è passata da 23,4 milioni ai 38 attuali con un incremento del 60% in soli 4 anni. Poi 50mila clienti, oltre 285 collaboratori e 930 rivenditori. Ma veniamo al sodo: l’utile di gruppo di questa società, viaggia intorno ai 10 milioni pagate le tasse. Non ha esposizioni bancarie, anzi, liquidità di cassa. “E queste crescite che abbiamo avuto arrivano senza acquisizioni per linee esterne e tutti gli utili li reinvestiamo nell’azienda per portare avanti i progetti che intendo anche avviare”, continua con orgoglio Arianna Ranocchi che rappresenta uno dei punti più alti della provincia come donna manager, alla guida di una grande società.
Che la pentola stia bollendo – le quote della società sono divise tra Arianna, la sorella Giovanna e la vedova del fondatore – emerge senza mezzi termini: “Sono determinata - dice – a dare continuità a questo progetto e personalmente non ho nessuna intenzione di cedere, anzi sono ben disposta a comperare, per rispetto di collaboratori, rivenditori e clienti che rimangono in Ranocchi per i valori che mio padre esprimeva. Vendere significherebbe cedere la sua creatura e il suo nome e quindi mancare del rispetto a lui”. Per la cronaca il nome che gira è quello di Teamsystem: corsi e ricorsi storici.
Una storia, questa, nel nome del padre. Quel Giovanni Ranocchi che sarà ricordato con un memorial il 24 marzo che si terrà a Villa Matarazzo, a Gradara, in corrispondenza con l’anniversario del suo decesso per Covid avvenuto il 25 marzo 2020. Nota a margine: una società di software ha moltiplicatori di valore che vanno da 12 fino a 15 volte. Nel caso specifico oltre 120 milioni di euro.
Il Resto del Carlino - 8 marzo 2024